ALOPECIE CICATRIZIALI
Le alopecie cicatriziali possono essere considerate da alcuni come entità cliniche autonome, mentre da altri sono viste come il risultato fibrotico-cicatriziale di diversi processi patologici che causano la distruzione dei follicoli piliferi. Questa patologia può colpire principalmente il follicolo pilifero o la pelle, con l’esito finale della distruzione del follicolo pilosebaceo, portando a un’alopecia permanente. È fondamentale per il medico formulare una diagnosi accurata per evitare terapie inutili e per avviare tempestivamente un trattamento corretto, che, in molte di queste forme progressive, può arrestare l’evoluzione dell’alopecia. Quando il processo patologico è stabilizzato, la terapia diventa chirurgica.Tra le forme di alopecie cicatriziali di maggiore interesse, per nosologia e tricodermatologia, si annoverano le varianti autoimmuni:
- Follicolite Decalvante
- Lichen Planus
- Lupus Eritematoso
- Pseudoarea di Brocq
In queste condizioni, la caduta dei capelli, che non è mai abbondante, avviene nella fase anagen. I capelli che cadono, facilmente rimovibili con una leggera trazione, portano attorno al bulbo una massa gelatinosa che rappresenta il residuo della guaina epiteliale interna. Il punto di distacco del capello dal follicolo avviene a livello della guaina epiteliale esterna, dove sono stati rilevati complemento, autoanticorpi e immunocomplessi, evidenze dell’evento autoimmune che porta all’atrofia cicatriziale del follicolo.
Follicolite Decalvante
La follicolite decalvante è una condizione relativamente rara, più comune negli uomini che nelle donne, che colpisce principalmente gli adulti. È caratterizzata inizialmente da un’infiammazione follicolare con pustole situate nei follicoli piliferi, seguita dalla distruzione del follicolo stesso, perdita dei capelli e formazione di chiazze cicatriziali alopeciche rotondeggianti o ovalari con pustole disposte alla periferia. Possono rimanere alcune pustole isolate o follicoli all’interno delle chiazze. Le pustole alla periferia giustificano l’estensione centrifuga del processo. Nelle lesioni più vecchie prevalgono le zone di atrofia cicatriziale, con le pustole che diventano un reperto occasionale. Anche se spesso si può isolare il batterio Staphylococcus aureus dal liquido delle pustole, è probabile che alla base del processo ci sia un difetto della risposta immunitaria o della chemiotassi leucocitaria. La terapia, che include immunostimolanti e antibiotici per via generale, ha effetto solo durante il periodo di somministrazione.